Ti piacerebbe iniziare a collezionare arte? Sì? Per quale motivo? Dì la verità, speri di riuscire a scovare il nuovo Lucio Fontana, l’artista che fra dieci, ma che dico dieci, facciamo cinque anni, decuplicherà le sue quotazioni? Speri così di rivendere l’opera così acutamente acquistata per comprarti un bell’appartamento?
Bhe, non posso che augurarti buona fortuna, ce ne vorrà davvero parecchia per riuscire a realizzare il tuo sogno. Purtroppo però collezionare arte ha sempre avuto poco a che fare con la fortuna, quanto piuttosto con passione e conoscenza e il 99% dei collezionisti che con gli anni si sono trovati un capitale artistico tra le mani, questo capitale non l’avevano affatto cercato.
Erano e sono persone preparate che hanno comprato quadri non per investire i loro denari, ma per nutrire la loro anima e creare una collezione che seguisse un percorso artistico e filologico personale che rispecchiasse la propria visione del mondo.
Giuseppe Panza di Biumo o i coniugi Vogel sono l’esempio lampante di questo prototipo di collezionista: grandi amanti dell’arte che con passione, calma e tanta pazienza hanno messo su delle raccolte straordinarie, oggi conservate in alcune delle più importanti sedi artistiche istituzionali del mondo.
Ma si sa, le cose cambiano e oggi sempre più velocemente. Nell’era dell’economia concetti come “pazienza” e “calma” sono stati cancellati dal vocabolario, stridono coi tempi e non funzionano. I mercati comandano, dettano le regole ed esigono il turbo. La politica insegue i mercati, la finanza insegue i mercati, l’economia insegue i mercati e anche l’arte si adegua.
“Quanto costa? Come vanno le sue quotazioni? Sale? Scende?”
Queste sono ormai le domande più comuni davanti a un’opera d’arte. Un quadro è trattato alla stregua di un’azione. Lo si compra con la speranza che aumenti il suo valore monetario per rivenderlo e ricavarci quindi una plusvalenza. La speculazione finanziaria ha raggiunto il mondo dell’arte e le opere sono diventate vero e proprio denaro contante.
Per carità, investire i propri risparmi in arte è del tutto lecito, sicuramente più educativo e culturalmente nutriente rispetto a comprare azioni o altri prodotti finanziari.
Non si può però trattare le opere come fossero moneta contante perché c’è un’enorme differenza. Il denaro ha una sola qualità, la quantità. L’arte invece è qualità allo stato puro. Se compri acciaio, sempre di acciaio si tratta e se aumenterà il suo valore tu avrai fatto bingo in ogni modo. Esiste invece una bella differenza tra un Picasso e un altro e questa inciderà anche sulla tua possibilità di fare un bel investimento.
Comunque questo è un discorso lungo, in questo post ci limiteremo a vedere i tre possibili modi per collezionare e, contemporaneamente, fare un buon investimento.
Questo articolo è il naturale proseguimento del post Investire in arte: 10 buoni consigli per non sbagliare che ti consiglio di leggere se non l’hai già fatto e sei interessato all’argomento.
Collezionare arte oggi
Iniziamo con una premessa: collezionare arte oggi ha a che fare con l’economia, molto più di quanto sia mai stato in passato. È vero, non si può fare di tutta l’erba un fascio, ma è ineccepibile come sia sempre più una specie rara e in via d’estinzione quella del collezionista che va a caccia di opere spinto da una irrefrenabile e genuina passione per l’arte.
Diciamoci la verità, oggi quello che la maggior parte dei collezionisti chiede a un’opera d’arte non è tanto nutrimento per la propria anima, quanto per il proprio conto in banca. Colpa degli artisti? No, è sbagliato quanto inutile prendersela con loro. Semplicemente viviamo in un mondo in cui l’uomo non è più al centro del sistema, il suo posto è stato conquistato dall’economia. Tutto (o quasi) è subordinato al Dio Denaro: politica, sport, salute, ecc.
È triste dirlo, ma perché la cosa dovrebbe essere diversa per il mondo dell’arte?
Lungi da me quindi il voler separare arte e denaro, più volte in questo blog ho affermato che il loro legame non è affatto nuovo, anzi, è indissolubile e lungo come la storia.
Se sei interessato al tema puoi leggere:
– Arte e denaro, le verità che spesso non si dicono
– Arte e soldi, un connubio vecchio secoli
È anche vero che oggi si è superato il limite e ciò che molti collezionano non sono più le opere in sé e nemmeno ciò che esse rappresentano. Quello che si appende alle pareti, sempre che ancora si appenda qualcosa e non la si conservi direttamente in un caveau in banca, è una promessa per il futuro.
“I like money on the wall. Say you were going to buy a $200.000 painting. I think you should take that money, tie it up and hang it on the wall. Then when someone visited you, the first thing they would see is the money on the wall” – Andy Warhol
(Mi piacciono i soldi sul muro. Mettiamo che stai per comprare un dipinto da duecentomila dollari. Penso che faresti meglio a prendere quei soldi, legarli insieme e appenderli al muro. Quando qualcuno ti verrà a trovare la prima cosa che vedrà sarà il denaro sul muro).
C’è da stupirci? Niente affatto.
L’arte ha da sempre accompagnato il potere: sovrani, imperatori, clero, aristocrazia e borghesia sono andati a braccetto con tutti gli artisti più famosi e rinomati. Oggi il potere non si chiama Lorenzo dei Medici, né Giulio II, non è aristocratico, tanto meno borghese. Oggi il potere è la finanza e i suoi protagonisti sono personalità dai volti poco conosciuti che si muovono spesso dietro le quinte.
Cosa vogliono questi signori? Qual è il loro fine ultimo? Perché collezionano?
Perché si colleziona arte
In generale sono 3 i motivi per cui si colleziona:
- Sana e pura passione: questa categoria di collezionisti ama l’arte. A volte, con il tempo, questa passione diventa una vera e propria malattia e non possono più fare a meno di acquistare opere. L’etimologia stessa della parola lo dice: “passione” dal latino pati, passus che significa letteralmente sofferto. È grazie a questi “malati” se oggi esistono straordinarie raccolte di opere di cui tutti possono godere.
- Per aumentare il proprio prestigio personale: in passato il mecenate commissionava quadri anche per questo motivo. Oggi, se non puoi commissionarli, puoi sempre comprarli. In una società consumistica per eccellenza, possedere opere importanti ti pone un gradino più in alto su un’ipotetica scala sociale.
- Investimento: le opere aumentano di valore. Ovviamente non tutte, ma è un dato di fatto che l’arte sia un ottimo investimento. Quindi perché utilizzare i propri risparmi per comprare acciaio, gas, cacao, farina o qualche titolo di cui non vedremo mai il contenuto reale? Perché piuttosto non appendere un quadro alle pareti di casa e aspettare che le sue quotazioni aumentino? È anche un modo per aiutare e contribuire al lavoro degli artisti.
Ovviamente questi tre motivi si incrociano, non è detto che una persona che collezioni per passione non sia anche attenta all’aspetto dell’investimento e così via.
Ma tornando ai signori della finanza, quale di questi tre motivi muove la loro mania di collezione? Ovviamente la terza. D’altronde qual è la cosa di cui proprio non possono fare a meno, la cosa che bramano con tutto il loro corpo e la loro anima (sempre che ne abbiano ancora una), quella di cui non si accontentano mai e per cui lavorano notte e giorno? Esatto, sono proprio i soldi.
Questi signori non collezionano opere, collezionano soldi. Giocano d’azzardo con l’arte, scommettono sui nomi degli artisti come scommettono su Bond, Bot, azioni, obbligazioni e derivati. Fanno alzare vertiginosamente i prezzi e, con la stessa noncuranza, li fanno poi crollare.
In pratica speculano selvaggiamente con l’arte come sono abituati a fare nelle loro attività quotidiane con i prodotti finanziari.
Non voglio dire che tutti questi signori siano degli squali senza scrupoli, ci sarà pur qualcuno di loro con una vera passione. Se si pensa però di comprare un’opera per investire il proprio denaro, è bene tenere presente che esistono meccanismi che non hanno niente a che fare con l’arte ma solo con il mercato e che dell’arte confondono i veri valori.
Come collezionare arte per investimento
Veniamo quindi al dunque: tenendo presente queste premesse, come riuscire collezionare arte e fare anche un buon investimento?
Sicuramente, se vuoi ridurre i rischi, un occhio di riguardo va dato alla Storia, il perché è in questo articolo: Il controverso rapporto fra Storia e mercato.
Sono quindi 3 le tipologie di artisti da collezionare per ridurre i rischi:
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Artisti importanti e storicizzati del passato
Se te lo puoi permettere, un Picasso, un Warhol, un De Chirico, un Basquiat e via dicendo, sono degli ottimi modi per difendere il tuo capitale. Il rischio di sbagliare è molto ridotto, soprattutto quando si tratta di capolavori che tendenzialmente, al momento di rivenderli, fanno sempre cassa. Anche le opere meno importanti difendono comunque bene il proprio valore.
Prezzi proibitivi per i più, per alcuni artisti difficoltà nel trovare pezzi di vero valore.
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Investire sui giovani
Costano poco, si possono comprare opere importanti e significative di alcuni artisti a prezzi accessibili. A livello di spesa quindi il rischio è minimo e c’è il grande vantaggio di poter conoscere e stringere rapporti direttamente con gli artisti.
Difficile che artisti giovani siano già entrati nella storia dell’arte, quindi bisogna utilizzare altri parametri di valutazione. Per riuscire a indovinare l’artista che si rivaluterà parecchio bisogna avere un’ottima conoscenza della storia dell’arte e un occhio più che allenato.
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Artisti storicizzati contemporanei
Sii tratta essenzialmente di artisti storicizzati ma non ancora scoperti dal mercato, che quindi non hanno ancora raggiunto i prezzi proibitivi dei loro predecessori. In questo momento è in corso la riscoperta degli artisti dell’arte cinetica (Giorgio Griffa, Elio Marcheggiani, Pino Pinelli, Claudio Oliveri…) e della Pop Art italiana (Tano Festa, Sergio Lombardo, Franco Angeli, Renato Mambor, Giosetta Fioroni…). Sono invece ancora tutti da rivalutare alcuni artisti del periodo successivo per esempio Luigi Ontani, Salvo, Ettore Spalletti o molti di quelli usciti fuori negli anni ’90 (Nunzio, Stefano Arienti, Mario della Vedova, Vittorio Messina, Riccardo Gusmaroli, Rapetti Mogol, Vittorio Corsini, ecc.). Qualche bell’affare è ancora possibile.
Non hanno prezzi proibitivi ma sicuramente neanche quotazioni minime come potrebbero avere i giovani. Bisogna prendere confidenza con linguaggi a cui non si è abituati.
Sta a te quindi decidere. Quanto sei disposto a investire? Quanto rischiare?
Ricorda sempre che l’arte è un investimento a medio/lungo termine, i veri risultati possono arrivare anche dopo parecchi anni, se non sei disposto ad aspettare rinuncia. Visto che dovrai convivere per un bel po’ di tempo con la tua opera d’arte, fra i possibili investimenti cerca di scegliere un artista che incontra i tuoi gusti.
Soprattutto, prima di azzardare un qualsiasi acquisto, stabilisci un budget da dedicare ai libri di storia dell’arte, musei e fiere. Informarti può farti risparmiare un bel po’ di soldi.