In questo articolo affronteremo un connubio fondamentale per la storia dell’arte ma che non abbiamo mai trattato in questo blog: il rapporto tra arte e sogno.
Lo farà per noi Filippo, imprenditore nel settore dell’innovazione e co-fondatore del progetto artistico Time & Emotions.
Buona lettura!
Filippo Palacino
Co-Founder – TEm Museum
La mente ama l'ignoto.
Ama le immagini il cui significato è sconosciuto,
poiché il significato della mente stessa è sconosciuto.*René Magritte
Nel corso della storia dell’arte, ci sono stati tanti pittori che, con diversi sguardi, tecniche e narrazioni, hanno cercato di rappresentare la realtà. Pochi, tuttavia, sono stati coloro che tramite pennellate hanno cercato di evocare una dimensione diversa, quella onirica.
In questo brevissimo articolo, mi pongo come obiettivo iniziale quello di analizzare brevemente l’emblema della rappresentazione del concetto di sogno nell’arte, ovvero il movimento Surrealista, in particolare René Magritte.
Successivamente, sulla stessa scia di pensiero, vorrei dimostrare come alcune esperienze artistiche digitali si avvicinino molto a questa dimensione, presentandosi come qualcosa di distaccato dalla realtà, sia in termini spaziali, sia in termini di coinvolgimento dei cinque sensi.
Arte e sogno in Magritte
Come accennato sopra, quando si parla di arte e sogno, non si può non citare il Surrealismo, che ha come esponente maggiore René Magritte.
Per Magritte, la pittura deve andare oltre la rappresentazione della realtà, e diventare uno strumento di evocazione del mistero, indagando le connessioni tra ciò che è reale e ciò che è immaginario, proprio come in un ambiente onirico.
Nei suoi quadri vengono messi in risalto enigmi senza soluzione, evidenziando rapporti segreti e nascosti fra le cose, al fine di mettere il visibile al servizio dell’invisibile.
Le immagini, dipinte in modo accademico, sono accostate in modo tale da spiazzare il fruitore, alludendo all’esistenza di un mondo che vada oltre quello reale.
Similmente a come avviene nei sogni, nelle tele appaiono cieli, persone e oggetti uniti da legami non-convenzionali, talvolta fantasiosi.
Tutto appare in una visione di isolamento ontologico, che fa sentire il silenzio del mondo e percepire il mistero dell’esistenza dell’uomo.
Se devo scegliere la sua opera più enigmatica e che più emblematicamente si avvicina alle regole del mondo dei sogni, scelgo La Riproduzione Vietata (1937).
Qui, l’osservatore rimane spiazzato, ingannato. A differenza del libro, la figura non si riflette allo specchio, ma continua ad essere rappresentata di spalle.
È in questo semplice particolare che Magritte riesce a trarre in inganno chi osserva il dipinto e ribaltare le regole comuni della fruizione, avvolgendo il tutto nel mistero della non-logica.
La nuova interattività delle esperienze artistiche digitali
Con l’avvento di nuove tecnologie, in particolare nel periodo successivo alla prima quarantena, stanno diventando sempre più comuni e popolari le esibizioni artistiche in ambito digitale.
Non sto parlando solo di mostre accessibili dal web, bensì di vere e proprie esperienze che immergono il fruitore in una realtà completamente virtuale e, con l’aiuto di tecnologie come Virtual Reality e combinazioni di effetti sonori e visivi, sono in grado di stimolarlo sotto più aspetti.
Alcune di queste nuove realtà pongono inizialmente nell’osservatore il mistero della connessione tra ciò che è effettivamente reale e ciò che è immaginario.
Successivamente, a questo ultimo bivio se ne aggiunge un altro, ovvero la domanda, forse ancora più esistenziale e scettica, riguardo all’effettiva esistenza della realtà precedentemente ritenuta come unica.
Senza addentrarmi troppo in temi filosofici, ci tengo a sottolineare come alcune esperienze virtuali moderne siano in grado di destabilizzare l’osservatore, coinvolgendo in lui più sensi alla volta, che però agiscono in maniera non-convenzionale, fantasiosa, proprio come in un sogno.
I rapporti segreti e nascosti tra le cose di Magritte, godono qui di ancor maggiore interattività, grazie a modelli 3D sempre più dettagliati e fantasiosi, dando la possibilità all’user di vagare coscientemente in realtà diverse.
Time & Emotions, l’eternità delle emozioni
Un esempio di ciò è il Time & Emotions Museum (TEm – www.timeandemotions.com), un museo virtuale in fase di sviluppo, che si propone di andare a utilizzare mezzi digitali per creare una nuova realtà in cui sia possibile viaggiare nel tempo, e scoprire nel mentre ciascuna delle 156 emozioni umane, così come delineate nel libro Atlante delle Emozioni Umane della studiosa Tiffany Watt Smith, e rappresentate ciascuna su tela, poi digitalizzate.
Attraverso date e storie associate alle singole emozioni, viene indagata la connessione tra tempo e queste ultime, le quali trascendono ogni periodo storico e si configurano come qualcosa che va addirittura oltre l’eterno. Questo mondo non solo allude a qualcosa che va oltre la realtà, ma è esso stesso una nuova realtà più oggettiva che mai, dove visibile e invisibile diventano una cosa sola.
Conclusione
Dalla pittura accademica di Magritte a questo nuovo “metaverso” basato su una forma ibrida tra opere fisiche e interattività digitale, il passaggio sembra molto lungo e complesso.
In realtà, l’idea di fondo rimane sempre la stessa, ovvero quella di riuscire a rappresentare o alludere a una realtà che si avvicini il più possibile a quel che noi vediamo, sentiamo e percepiamo durante la nostra permanenza in quella dimensione diversa che chiamiamo sogno.
Quest’altra dimensione, a prima vista inquietante e confusionaria se visitata coscientemente, nasconde dentro di sé la magia stessa dell’arte: la funzione catartica di portare l’osservatore in uno stato contemplativo distaccato dalla realtà.
* citato in Suzi Gablik, Magritte, Thames & Hudson, 1970, cap. I
BIBLIOGRAFIA
Mario De Micheli, Le avanguardie artistiche del Novecento, Feltrinelli, Ed. 1 gennaio 2014
René Magritte, La combinazione della mia arte, a cura di G. Cacciavillani, Montebelluna, 1991